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Uno “sguardo” nella stanza dello psicologo
23 Febbraio 2015
Vittime dei buoni propositi non mantenuti
29 Dicembre 2015
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La psicoterapia non cura

Andare dallo psicologo o dallo psicoterapeuta e intraprendere un percorso è spesso difficile a causa di luoghi comuni e leggende poco comprese che girano al riguardo

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Riflettevo sul fatto che spesso disagi di natura psicologica trovano terreno fertile in aiuti differenti dall’aiuto psicologico e dalla psicoterapia, in quanto aiuti più “accessibili”, meno stigmatizzanti e che permettono di percepire un maggior controllo sul proprio malessere e una focalizzazione esterna rispetto a sè.

Si va in erboristeria perché si è insonni, si rivolgono preghiere perché si risolva una situazione difficile, si indaga il futuro, si chiedono consulenze brevi a varie figure, dal maestro di yoga al counselor, e così via.

Alcuni dei più comuni luoghi comuni su percorsi psicologici e nello specifico di psicoterapia in effetti possono spaventare o creare diffidenza che rende più ardua l’attivazione della richiesta.

Oggi ne cito e provo a rispondere ad alcuni tra i più popolari:

 

Lunga durata

 

in parte è vero, un percorso terapeutico non si dice concluso con l’estinzione di un sintomo; si tratta appunto di un percorso mirato a comprendere ma anche a sperimentare poi.
Partendo dal presupposto che i disturbi non sono frutto di “errori”, ma ci vengono in aiuto per tenere in piedi qualcosa di molto importante per noi, non basta “abbattere” i sintomi, non basta “eliminare” il disturbo, poiché questo ci metterebbe nella condizione di dover cercare un altro modo per tenere in piedi quel qualcosa, o, in alternativa ci metterebbe davanti a un possibile futuro crollo.

In terapia si puntella e si cercano modi alternativi: si individuano e si sperimentano, con le imbracature di protezione massima all’inizio, si osserva la sperimentazione, si modifica qualcosa, si riprova, si ragiona sui risultati.

Dopo aver fatto spazio, alleggerendo il sintomo delle sue funzioni portanti, non si è pronti a farne a meno, in mancanza di alternative e le alternative che si individueranno andranno testate, validate, rese stabili se funzionano. A quel punto si chiude un ciclo di terapia.

Sì, può volerci un anno o due, o forse anche tre. Quando tempo ci è voluto prima di arrivare al sintomo che ci fa prendere atto che qualcosa non è in equilibrio nel nostro sistema? Forse un anno, forse due o tre, o forse decenni di piccole e impercettibili manovre

Non è il tempo che fa star bene: certo è opportuno non aver attese miracolose, ma quello che fa la differenza è lo sguardo, uno sguardo che, a un certo punto, quando è pronto, all’interno della relazione terapeutica, comincerà a contemplare altre prospettive: uno sguardo che ci permetta di identificarci anche con qualcosa altro rispetto a ciò con cui ci siamo identificati fino ad allora, sarà uno sguardo che apre l’accesso a nuovi scenari.

 

“Parlerò dell’infanzia e del mio problema”

 

in terapia non si parla del passato, si parla di sé e di sé in relazione.
Questo può richiamare un episodio a partire dal quale abbiamo sentito che qualcosa è cambiato, che qualcosa di diverso abbiamo cominciato a pensare su di noi e sugli altri, potrebbe essere utile ricostruire da dove nasce una certa aspettativa, ma la terapia non è il luogo dove si ripercorre il passato, la fanciullezza, si analizzano i genitori e così via.

Non si parla nemmeno necessariamente dei problemi, in quanto ciò che sentiamo spesso come problema è su un piano di consapevolezza tale per cui, muovendovisi all’interno difficilmente si può trovare una soluzione.

Si trascende il problema, affrontandone piuttosto le implicazioni e costruendo che senso abbia da un punto di vista relazionale, aspetti che spesso sono a un bassissimo livello di consapevolezza.

 

“Devo capire il perché e guarire”

 

in psicoterapia, a differenza delle terapie di modello medico, non si mira a ripristinare lo stato precedente all’insorgere del sintomo o del malessere. Come asserito dal principio di Heisemberg, non è possibile osservare una realtà senza che l’osservazione stessa contribuisca a modificarla, dunque non ha molto senso parlare di guarigione, intesa come ripristino di uno stato o eliminazione di cause. In psicoterapia si costruiscono alternative e ci si prende cura di ciò che già c’è.

La psicoterapia non cura un disturbo, ma comprende la persona come sistema e contribuisce a promuovere una elaborazione del sistema, un ampliamento, un aggiornamento, che consenta di far fronte al presente, che consenta cioè di vivere una vita di qualità in cui sentirsi protagonista.

 

“Seguirò i consigli”

 

non si ricevono consigli, non esistono pacchetti che vadano bene a prescindere.

Andare in psicoterapia non dovrebbe essere come andare in una catena di abbigliamento in cerca del proprio abito, piuttosto andare in una sartoria e imparare a essere stilista, scegliere tessuti, cuciture, stili, apportare modifiche in corso d’opera, confezionare insieme al terapeuta un abito che consenta di sentirsi comodi e vestiti allo stesso tempo e che consenta di vivere e sentirsi vivere.

 

E anche

 

no, non serve necessariamente un lettino

no, non si parla necessariamente di sogni

no, non verrà interpretato tutto di voi

no, non necessariamente ci si rilassa con tecniche immaginative.

Dr.ssa Veronica Mormina Psicologa
Dr.ssa Veronica Mormina Psicologa
Aiuto le persone a costruire percorsi verso i loro obiettivi e il loro benessere. Insieme tracciamo la posizione di partenza, la direzione e il tragitto verso la meta.

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3 Comments

  1. Nora ha detto:
    27 Luglio 2015 alle 13:22

    Molto bello! Si può condividere?

    Rispondi
    • Dr. ssa Veronica Mormina Psicologa ha detto:
      27 Luglio 2015 alle 13:28

      Certo, con piacere.

      Rispondi
  2. Padova: per fare psicoterapia non somministro test |Psicologa Mormina ha detto:
    22 Maggio 2018 alle 13:36

    […] nascano da azioni, vissuti e interpretazioni del mondo fatte dalle persone. Non calate dal cielo. Per lo stesso principio ci tengo che le soluzioni e le svolte vengano elaborate e costruite passo passo, con la mia […]

    Rispondi

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Un breve riassunto da portare nel taschino. Soprat Un breve riassunto da portare nel taschino.
Soprattutto in questi giorni in cui, lo so, che state combattendo con la tentazione di fissare i buoni propositi, che, metti caso, hanno anche fare con voglia o paura di certi cambiamenti.

Siate brav* 🫶🏻

Ah, dimenticavo, questi sono alcuni pilastri sul cambiamento “secondo me”, che però qualcosa mi sento di poter dire in merito. Non ho autori da citare, ma, se volete riproporre, potete citare direttamente me, che sarei io, @alternativacostruttiva 

E se poi voleste condividere quale punto vi tocca/serve/triggera di più, favorite, siete i benvenut*

Love you all

#cambiamento #buonipropositi #propositi2023 #crescitapersonale #educazionepsicologica
Dopo aver visto il video di @alberto_racconta_cose Dopo aver visto il video di @alberto_racconta_cose che cita il racconto di Camilleri (“Quando i morti persero la strada di casa”) ho ripensato a quanto il nostro mondo scarseggi di riti per rinsaldare i ponti che conducono alle nostre storie.
Per quanto possiamo raccontarcela a suon di “pensiero positivo”, “frasi motivazionali” e “crescita personale” , non possiamo esistere in una dimensione personale che sia deprivata e tranciata di quella dimensione relazionale, tipicamente umana.
Le relazioni con chi c’è stato, con chi c’è stato per prim*, con chi non c’è più come c’era, sono un bagaglio prezioso. E lo sono anche le loro storie, che in qualche modo e in qualche punto si toccano con la nostra.
Perché non cadiamo sulla Terra da una nuvoletta. No, noi siamo frutto di altre vite, altre storie e numerosi incontri.
Ecco, la giornata di oggi, 2 Novembre, non è per far visita ai cimiteri, ma un promemoria per prenderci cura, ogni tanto, di tutto questo patrimonio e conservarlo come meglio possiamo. Anche cambiando la nostra storia e differenziandoci, ma pur sempre nella consapevolezza che senza radici nulla può mai crescere.

#2novembre #camilleri #quandoimortiperserolastradadicasa #hounastoriaperte #pauradellamorte #lutto #elaborazionedellutto #commemorazionedeidefunti
Le giornate della consapevolezza di qualcosa servo Le giornate della consapevolezza di qualcosa servono soprattutto a chi non è personalmente coinvolto.
La differenza tra ansia e consapevolezza, il confine tra tabù e consapevolezza, questo è il senso del mio mestiere.

@alternativacostruttiva 

#consapevolezza #mentalhealthawareness #babylossawareness #giornatadellasalutementale #psicoterapeutapadova
Chi mi conosce e mi segue da un po’ sa che io i Chi mi conosce e mi segue da un po’ sa che io i buoni propositi ve li buco! Questa non è mai stata una minaccia, ma una garanzia!

Quella dei buoni propositi è una pratica più dannosa che utile:
- denota una sorta di pressione sul diversi migliorare e quindi sottintende che non andiamo bene come già siamo
- tende a creare aspettative sul futuro che difficilmente tengono in considerazione chi siamo e cosa realmente necessitiamo
- spesso finiscono col farci sperimentare un senso di fallimento / sfiducia.

Sostituite i buoni propositi fatti in momenti x dell’anno, con un buon lavoro di ascolto interiore e connessione tra bisogni e scelte. Senza giudicare quello di cui sentite il bisogno, piuttosto lasciatevi stupire e continuate a scoprirvi, soprattutto a settembre!

Poi mi direte!

#buonipropositi #settembreisthenewgennaio #paroladipsicologa #viviconsapevole #dietculture #autostimafemminile #vitadafreelance #educazionepsicologica #motivazione #crescitapersonale #psicoterapiaonline
La buona notizia è che, quello che crediamo il no La buona notizia è che, quello che crediamo il nostro mondo, è solo uno dei nostri mondi possibili.

Ogni fine ha in serbo un nuovo inizio e ogni crash richiede un aggiornamento del sistema.

La fatica parla della possibilità di dare alla luce nuove parti di noi.
Facile? No.
Ma crescere è spesso faticoso.

In psicoterapia lo facciamo insieme.

#psicoterapiaonline #finediunamore #lutto #ansia #attacchidipanico #cambiamento #mindset #luttoperinatale #dolorecronico #delusione #psicologaonline
Potete capire questa cosa, forse, se vi è mai suc Potete capire questa cosa, forse, se vi è mai successo di arrivare a un punto di resa, un punto in cui decidete, che, per stare meglio, occorre lasciar andare qualcosa.
A volte una storia, a volte un desiderio, a volte un progetto, a volte una persona. 
Praticamente sempre, una parte di voi.

Se  vi è successo, sapete sicuramente che non è facile sentirsi compres* dagli altri. E che fa male anche sentirsi dare consigli inutili, incoraggiamenti sterili.

Forse, vi è successo anche che quasi tutti credessero che a ferirvi fosse stato quel momento in cui la rottura, tra voi e quel qualcosa, è stata visibile. 
Il momento in cui il vostro cuore si è crepato irrimediabilmente. Crack. 💔

Tutti hanno creduto che vi mancasse quella libertà di arrivare dove volevate; il futuro che non ci sarà, non come volevate.

Chissà se vi è anche successo di rendervi conto che, in fondo, a far male, molto tempo dopo quel “crack”, siete voi, per quello che avreste potuto essere, sì, ma, anche per quello che eravate e non potete più permettervi di essere: forse ingenu*, forse ignar*, forse solo sicur* che nulla di brutto potrà accadere e che quei “per sempre” saranno mantenuti.

Il lusso, perduto, di poter credere le cose, per come si sono sempre credute.

Solo se vi è capitato.

…Vi è capitato?

#psicoterapeutaonline #mancanze #traumi #maternitadifficili #finediunamore #delusione #pauradellabbandono #giudiziodeglialtri #autostima #ansia #mindfulness #salutementale #dipendenzaaffettiva
La solitudine che ci fa sentire limitati è quello La solitudine che ci fa sentire limitati è quello stato d’animo che parla dell’inaccessibilità di parti -preziose- di noi.

Sentirsi sol* significa sentire che noi non abbiamo gli accessi a pezzi importanti per condurre una vita serena, appagante, da protagonist*. 

Speriamo di trovare le chiavi nelle compresenza di altr* persone, speriamo di trovare complicità e condivisione, ma sappiamo anche che ci si può sentire molto sol*, pur avendo tante persone intorno. 

Non si può “curare” la solitudine senza guardare alla relazione con se stess*, perché non può esserci condivisione senza connessione con se stess*
@alternativacostruttiva 

#psicologaonline #psicoterapiaonline #solitudine #quotesaboutlife #insoddisfazione #vivereacolori #amorproprio #autostima #lutto #separazione #singletudine #incercadimeraviglie
Il tempo non sistema le cose, noi le sistemiamo, n Il tempo non sistema le cose, noi le sistemiamo, nel tempo.
Dopo un cambiamento significativo è necessario un lavoro di revisione di quel che c’è ancora, quel che manca, quel che rimane sgualcito. Lo strappo viene ricomposto con la parte integra o lasciato così a testimoniare qualcosa. Nulla si sistema da solo, anche quando accantonato per lungo tempo.

#elaborazionedellutto #trauma #cambiamento #psicologaonline #psicoterapiaonline #crescitapsicologica #guariredaldolore #dca #tristezzainfinita
Anche gli adulti, a volte, usano il ciuccio, in se Anche gli adulti, a volte, usano il ciuccio, in senso metaforico, per mettere a tacere bisogni e sentimenti.

#gestionedeldolore #lutto #psicologaonline #psicoterapiaonline #educazionepsicologica #luttoperinatale #crescitapsicologica #depressione #tristezza #delusione #solitudine #psicoterapeutaonline
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