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è stato attivato troppo presto. Di solito è un indicatore di un codice nel plugin o nel tema eseguito troppo presto. Le traduzioni dovrebbero essere caricate all'azione init
o in un secondo momento. Leggi Debugging in WordPress per maggiori informazioni. (Questo messaggio è stato aggiunto nella versione 6.7.0.) in /var/www/clients/client1235/web3723/web/wp-includes/functions.php on line 6114Con il termine omofobia ci si riferisce in genere alla paura dell’omosessualità, eppure le sue peculiarità non sembrano rientrare esattamente nelle caratteristiche tipiche delle fobie.
Apparteniamo a una cultura in cui essere omosessuale implica affrontare delle sfide esistenziali ed evolutive precise e complesse.
La nostra società – e quindi tutti noi- tende a considerare l’eterosessualità come unico modo legittimo di manifestare amore e sessualità. Non è del tutto chiaro il motivo per cui sembri non contare il parere della comunità scientifica. L’unanimità della comunità scientifica, infatti, indica l’omosessualità come una possibile variante normale e sana della sessualità umana, insieme a eterosessualità e bisessualità.
Eppure, se sei gay o lesbica, ti trovi immerso in un mondo fortemente stigmatizzante verso chi sei e ciò che potresti rappresentare.
Il valore negativo attribuito all’omosessualità arriva alle persone prima ancora del loro personale vissuto e orientamento. In altre parole, prima che uno sappia cosa significhi essere omosessuale (o bisessuale) e prima che possa acquisire consapevolezza di sé, sa, più o meno esplicitamente, che a quel vissuto è associato un universo di significati dal valore negativo.
Se sei omosessuale, appartieni a una minoranza ancora oggi stigmatizzata e questo significa che dovrai confrontarti con una più o meno ampia discriminazione sociale. La madre di questa discriminazione si chiama omofobia.
É stato usato per la prima volta nel 1972 da un certo George Weinberg. Indicava la paura irrazionale, l’ansia, il terrore di trovarsi in contatto con persone omosessuali in luoghi chiusi. Era inclusa tra le fobie specifiche.
Pochi anni dopo, nel 78, l’omofobia è stata ridefinita come la paura di un sentimento di amore per persone del proprio sesso e quindi, odio per questo sentimento negli altri (Audre Lorde).
Sempre nello stesso anno, qualcun altro ha ampliato il significato di questo termine con aspetti socioculturali. L’omofobia come sistema di credenze e stereotipi che rendano giustificabile la discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale (Morin e Garfinkle).
Seguendo queste proposte è facile accorgersi di alcune differenze con le classiche fobie.
Possiamo perciò distinguerla dalle fobie classiche sulla base di una sua caratteristica prevalente: il pregiudizio.
Da questa prospettiva, l’omofobia è un fenomeno connesso a discriminazione e pregiudizi sociali. Più che alle fobie classiche, appartiene alla stessa famiglia delle xenofobie e dell’antisemitismo.
Qualche autore, alla luce delle discriminati tra una condizione fobica di rilievo clinico e una condizione omofobica, di rilievo socioculturale, propone di modificare il termine fobia.
Da un punto di vista comunicativo sembrerebbe più appropriato parlare di omonegatività.
Il termine omofobia sembra marcare una condizione personale basata su convinzioni e credenze del singolo. La discriminazione sociale che ne deriva è però declinata anche su un piano interpersonale quando i pregiudizi si trasformano in comportamenti discriminatori. Ma, purtroppo, ancora oggi questa discriminazione pervade anche un livello istituzionale: succede con discriminazioni all’interno della famiglia, delle scuole, dei luoghi di lavoro e il mancato riconoscimento di pari diritti nelle leggi.
Alcune ricerche sulla misurazione dell’omofobia hanno esplicitato interessanti variabili che influenzerebbero il livello di omofobia:
Per non cadere nello stesso pregiudizio omofobico, ritengo utile specificare che essere omosessuali ed essere omofobi non sono opzioni che si escludono a vicenda. Non di rado persone omosessuali si trovano a fare i conti la loro personale omofobia (si parla di o. interiorizzata). Allo stesso modo, talvolta persone omofobiche potranno trovarsi a fare i conti con l’attrazione per persone dello stesso sesso.
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