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Tristezza e festività: consigli utili

tristezza e festività

Natale fa rima con amore, calore, unione, sentimenti, desideri, magia… ma per molti di noi fa rima anche con malinconia e tristezza. Sì, fanno rima tristezza e festività.

Secondo alcune statistiche il giorno di Natale ha un maggior numero di tentati suicidi rispetto alla media nel resto dell’anno.

Chi ha una qualche forma di depressione in questo periodo vede aumentare la distanza tra il vuoto che sente dentro e la vita di cui parla il resto del mondo, attraverso vetrine dei negozi addobbate a festa, le pubblicità che parlano di unione e condivisione, tutti i rimandi al senso di famiglia e agli affetti. Una distanza che diventa crudele e che enfatizza il senso di smarrimento e solitudine insieme all’insoddisfazione per le relazioni che si hanno.

Nella nostra cultura il Natale viene narrato come occasione per rinsaldare i legami affettivi e chi sente di non avere legami in cui trovare conforto e stabilità o chi li ha persi, si ritrova a fare i conti con questo bombardamento. E si genera il cocktail esplosivo e purtroppo silenzioso di tristezza e festività.

 

Tutto fuori sembra dire “A Natale si è felici” e tutto dentro sembra smentirlo.

 

Nei momenti in cui si celebrano i legami e gli affetti familiari diventa più forte il dolore della solitudine e il senso di perdita.
A volte questa depressione si presenta a volto scoperto, altre volte invece ha le sembianze di una inspiegabile stanchezza, svogliatezza, pigrizia e porta spesso alla chiusura in sé stessi.

 

 

Ecco alcuni tra i principali motivi di sofferenza che avvicinano tristezza e festività

 

  • Problemi di ordine finanziario

    il progressivo processo di mercificazione del Natale può creare un senso di inadeguatezza e può favorire una sfiducia in te stesso.

  • Rievocazione di momenti

    felici ormai lontani e passati

  • Mancanze affettive

    nel caso di separazioni, lutti o impossibilità di ricongiungerti con le persone con cui avresti desiderato condividere queste giornate

  • Trovarti con persone con cui non hai a che fare per il resto dell’anno

    e sentire il peso del confronto per come pensi di essere visto o giudicato, anziché conosciuto e compreso

  • I bilanci

    tiri le somme e stabilisci che ciò che hai, ciò che ti resta e ciò che hai realizzato non è abbastanza, non è come volevi, non è come qualcuno voleva per te o da te. In altre parole il bilancio è in perdita.

 

 

Cosa puoi fare se ti riconosci in questo racconto?

 

  • Puoi dire di no!

    Fallo se pensi che vedere una certa persona ti farà soffrire. Puoi semplicemente rimandare o scegliere altre vie per augurarle il meglio, senza costringerti a confrontarti con qualcosa per cui non ti senti pronto. Gli altri potrebbero capire e se così non fosse, sii tu comprensivo con te stesso: tu, meglio di chiunque, sai il perché.

  • Non interpretare il silenzio!

    Se il tuo ex non ti ha fatto gli auguri o tua nuora non ha accettato il tuo invito a pranzo tu non puoi sapere il perché. Abbi rispetto per ciò che provano gli altri, potrebbero essere in difficoltà a esprimere i loro sentimenti e a volte la via della latitanza denota una incapacità e una debolezza, più che una mancanza di rispetto o affetto.

  • Abbi cura di chi c’è!

    Non rifiutare le parole o i gesti d’amore di qualcuno solo perché ti senti ferito dal resto del mondo. Trova il tuo modo per dire grazie a chi c’è e non darlo per scontato. Sforzati di di cogliere amore dove cresce, hai tutto il tempo per riprovare a coltivarlo dove manca.

  • Fai qualcosa per te!

    Comprati qualcosa che da tempo desideri, regalati il tuo dolce preferito, mangia cioccolata sul letto, vai a passeggiare al parco, prova a realizzare quella ricetta di torta di mele che hai salvato mesi fa, cambia la disposizione dei mobili in casa, metti in ordine gli attrezzi in garage con la tua musica preferita in sottofondo, regalati un concerto o un massaggio, dai un’occhiata alle compagnie aeree low cost e alle offerte per i prossimi mesi o ordina online una di quelle frasi adesive da attaccare sul tuo armadio, insomma fai tu, per te, qualcosa che ti fa piacere. Non è un ripiego quindi non viverla come una consolazione, vivila come un auspicio: le cose belle pare inizino da qualche parte, non importa quale.

E infine

  • Non esitare a chiedere aiuto!

    Se senti di star male chiedi aiuto! Proprio così! Non avere paura di esternare quello che provi, racconta le tue emozioni alle persone di cui ti fidi e che ti sono vicine e se questa tristezza non passa chiedi il supporto di un professionista.

    Non c’è nessuna colpa nello star male, mentre c’è un grande merito nel provare a cambiare questa condizione.

 

 

 


 

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Dr.ssa Veronica Mormina Psicologa
Dr.ssa Veronica Mormina Psicologa
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