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domain was triggered too early. This is usually an indicator for some code in the plugin or theme running too early. Translations should be loaded at the init
action or later. Please see Debugging in WordPress for more information. (This message was added in version 6.7.0.) in /var/www/clients/client1235/web3723/web/wp-includes/functions.php on line 6114instagram-feed
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è stato attivato troppo presto. Di solito è un indicatore di un codice nel plugin o nel tema eseguito troppo presto. Le traduzioni dovrebbero essere caricate all'azione init
o in un secondo momento. Leggi Debugging in WordPress per maggiori informazioni. (Questo messaggio è stato aggiunto nella versione 6.7.0.) in /var/www/clients/client1235/web3723/web/wp-includes/functions.php on line 6114Conosci la pratica della parola dell’anno?
I buoni propositi, o anche non buoni, li ho lasciati andare diversi anni fa. Già nel 2012 sceglievo una parola con cui avrei voluto sottotitolare il mio anno. Una parola che era un proposito, un augurio e allo stesso tempo un’ispirazione. O forse più la risposta a un bisogno.
Poi, negli ultimi due anni ho notato che questa cosa è po’ diventata di moda. Soprattutto per chi è abituato a pianificare e progettare. Per chi vive di strategie e intraprendenza.
Questa volta no.
Ogni tanto le parole ci ingarbugliano.
Aspettate, io le amo eh. Con le parole ci lavoro e oserei dire anche bene, senza falsa modestia.
So che le parole ti cambiano, perché danno consistenza e forma ai pensieri. E i pensieri creano azioni. Le azioni poi portano a casa tutto il resto.
Sono le parole che ti dipanano la vita, come una specie di tappeto rosso sospeso, che si svolge davanti a te e ti consente di camminarci sopra e percorrere le tue strade. Dare parole a quello che senti e desideri ti consente di conoscerti e di riconoscere il tuo mondo.
Un po’ come accendere il lampioni lungo quelle strade che percorri nella vita. E poi, a luci accese, vedi che a volte ci sono incroci, bivi, percorsi alternativi o svincoli.
Ma nei percorsi, in genere, sono molti gli aspetti affascinanti. Molti più di quelli che noti di primo acchitto.
Non è solo il tuo andare.
E neanche il raggiungere la meta, qualcuno o qualcosa.
Non è solo il muoversi.
E non è solo l’andare avanti o lo sfuggire, a qualcuno o qualcosa.
È che il percorso è un’esperienza e troppo spesso invece lo prendiamo come un mezzo, soltanto.
La mia parola dell’anno non è una parola, perché voglio che sia il sentire, il gustare, il percepire, l’esserci.
La mia parola dell’anno non è una parola perché alcune cose arrivano anche se le parole, per dar loro forma, non ci sono ancora. Alcune cose sono preverbali e le parole arrivano dopo.
Alcune cose rischiano di non fermarsi nella nostra vita, se abbiamo sempre bisogno prima di avere pronto il contenitore in cui tenerle.
Non è necessario essere pronta, sempre per ogni cosa. Qualche volta occorre esigere di correre dei rischi. Il rischio, ad esempio, di scoprire, a ritroso, le parole. O forse inventarne. Chissà.
2018 ciao! Benvenuto! La sento quest’aria frizzantina che ti precede. Ci sei, ci siamo. Andiamo.
2 Comments
Ciao Veronica! Per l’anno nuovo vorrei solo essere pronta per poterlo affrontare in tutte le sue opportunità e difficoltà. Come vedi, nemmeno io scelgo una parola, ma mi propongo invece di avere un atteggiamento sufficientemente elastico per vivere al meglio quello che avverrà.
Elasticità… Mi pare una prospettiva incoraggiante! Buon inizio!