Oggi voglio dire grazie.
Ricopio sulla nuova agenda le cose importanti da ricordare. Sfoglio biglietti, appunti, post-it e note varie e mettendo via alcuni fogli passo in rassegna parte delle esperienze fatte in quest’anno di lavoro. Ho detto grazie molte volte e continuo a farlo, per le cose nuove, ma anche per quelle passate. Continuo a dire grazie pure a chi l’ho già detto e oggi questi ringraziamenti voglio lasciarli pubblici, qui.
La Sgarlata mi ha insegnato il customer care (un giorno magari spiegherò come).
Era la mia prof a scuola media. Mi ha rassicurata e spiazzata con la fiducia che, attenzione, non mi ha dato lei. Lei mi ha insegnato a costruirla, la fiducia, buttando il cuore oltre l’ostacolo, ma usando il cervello per calcolarne la traiettoria di lancio.
Sì, un’altra prof e di questa il nome non lo facciamo. Dicendomi che mio progetto per il futuro era uno come tanti, uno tra i tanti e per questo, tra quei tanti, si sarebbe perso, mi ha sfidato a trovare la vera motivazione. Mi ha dato modo di mettere in conto le difficoltà e decidere che andavo avanti lo stesso. Decidere che cadere non è in fondo il peggior problema che ti possa capitare. Che per essere unici non serve essere i soli. In quel che si fa, in quel che si è.
Ancora categoria prof (eh oh, molto ho imparato proprio da chi insegna per professione).
L’ho ringraziato a suo tempo e torno a farlo spesso nei miei pensieri, nella mia vita e nei miei racconti. Mi ha permesso di sapere che quello che fai è fatto al 60% di relazioni, di persone, di rispetto. Qualunque cosa tu faccia. E che quello che sopravvive a ogni memoria è il modo in cui le persone si sentono con te. Nessuna scienza, nessun insegnamento è più potente di ciò che ciascuno di noi prova, intimamente.
E se arrivi con un messaggio rispettoso del suo stato emotivo hai vinto tutto.
Ancora una insegnate, ma con un ruolo nuovo.
La chiamo didatta e di fatto questa è solo una delle visioni nuove e alternative che ho costruito con lei. Qua è dura riassumere, ma ci tengo a dire grazie per l’attenzione rigorosa ai dettagli, per i punti fermi costruiti e per quel modo di sgomberare ogni dubbio sulle priorità di una relazione terapeutica. Ah, e per avermi aperto la finestra su quel mix di rigore teorico e creatività che amo coltivare.
Non è un insegnate con me, ma fa un effetto simile.
Ale mi ha mostrato a pieno la magnificenza dell’imperfezione e la bellezza dell’inaspettato e imprevisto.