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Vittime dei buoni propositi non mantenuti
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29 Giugno 2016
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Ti racconto come ho scelto di fare la psicologa

Accomodati, oggi ti offro un caffè e ti racconto una storia d’amore. La mia.

Terza elementare, uscita di scuola, in fila per due, stringo la mano di Enrico e cercando di ingannare l’attesa del suono della campanella, con la curiosità tipica di quell’età chiedo:

“che lavoro fa il tuo papà? ”
– “pedagogista”.
– “…peda…che?”
– “pedagogista!”
– “…. ma… come… che cosa fa… per esempio?”
– …ecco lui fa… bhe.. fa..mmm ah ecco!  per esempio, lui guarda la scrittura dei bambini e capisce il loro carattere…”

– ooh…

Qualche minuto dopo, arrivata a casa comunico alla mia famiglia che non farò la pediatra da grande, come ho asserito fino ad allora.

No, io da grande avrei fatto quella che capiva le persone, a partire da piccole cose! Forse pedagogista, o forse altro, ma avrei cercato di capire le persone, per lavoro.

Ecco, comincia così la mia storia d’amore con questa professione.

Da quella scoperta in poi, ogni cosa, ogni scelta e ogni speranza è convogliata sul mio progetto.

Alle medie tutti i compagni sapevano del mio obiettivo, la scelta delle superiori fu guidata da questo principio e comunque a ogni occasione di scelta tornavo a rinnovare la mia promessa d’amore.

L’iscrizione alla facoltà di Psicologia di uno tra i più rinomati e storici atenei per questa disciplina, fu il pass per realizzare quel mio desiderio partito da molto lontano. Il superamento del test di ingresso fu come un biglietto della lotteria vincente!

Qualche anno, molti esami e libri dopo, la laurea. Una emozione meravigliosa la proclamazione, dottoressa in Psicologia… io! Veronica, cresciuta ma con ancora lo stesso sogno, con una passione smodata per i dettagli, ciò che agli sguardi distratti sfugge, con un amore viscerale verso ciò che non è immediato e scontato e con la sempreverde voglia di fare di quella passione un esercizio quotidiano.
La comunicazione felice ad alcuni di quei compagni che già alle medie sapevano che stavo lavorando a un progetto e attendevano la notifica del traguardo.
Mesi dopo la laurea ricordo che ancora qualche mattina mi alzavo e chiedevo ai miei coinquilini di allora se gli avessi già detto che alla fine ci ero riuscita, che ero riuscita a realizzare il mio desiderio. Ricordo bene la faccia del coinquilino-più-simpatico-del-mondo, mentre sorrideva e rispondeva ironicamente “ah davvero? Alla fine ti sei laureata in psicologia? !… no, non ce lo avevi ancora detto!” E altre volte invece con tono comprensivo e rassegnato ” si, Veronica, mi pare di averlo saputo che alla fine ti sei laureata proprio in psicologia“.

Più di ogni cosa, mi ha emozionato poi la comunicazione dell’ordine degli psicologi, nel 2013: iscritta all’albo. 8603 il mio numero di iscrizione. Un numero che era molto più di un titolo. Con quel numero la comunità degli psicologi mi stava dicendo che avevo fatto tutto quanto era necessario per poter finalmente essere autorizzata all’esercizio della professione. In altre parole, ci ero riuscita! Ero riuscita ad acquisire le conoscenze per cominciare a capire le persone ed ero riuscita anche ad essere autorizzata a farlo, per lavoro.

Quanta emozione!

Ma la vera emozione, quella piena, sconvolgente e vitale, la grande e impagabile vibrazione è arrivata dopo. Davvero.

Che privilegio poter vedere ciò che molti occhi non riescono a cogliere, poter ascoltare storie inedite e a volte inconfessabili e partecipare alla progettazione del loro proseguimento, poter accogliere i racconti di una persona, a volte frastagliati e delicatissimi, poterli custodire e restituirli qualche volta, più nitidi, al netto da qualche senso di colpa, arricchiti di comprensione e più liberi dal giudizio.
Che gioia poter assistere all’avvicendarsi di emozioni, all’ inaugurazione di nuove strade per nuove mete o all’apertura di frontiere prima invalicabili…
E ancora quanta ricchezza nelle parole non dette, negli sguardi che urlano, nelle labbra barricate in sonori silenzi che rivelano senza voce parole non altrimenti pronunciabili.
Quanta vita mi regala ogni incontro con una persona che decide di prendere in mano la possibilità di scegliere per sé, con il mio aiuto, dento la propria storia.

Parte di questa mia storia d’amore è ben narrata dalla voce di Fabrizio De Andrè nella prima parte del brano “Un medico “. La canzone usa la metafora dei ciliegi malati, ma parla appunto di un medico, nel mio caso forse si tratterebbe di fiori non sbocciati, gemme ferite, foglie sciupate.

Di seguito il link e un pezzo del testo.

 

Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando rossi di frutti li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti.
Un sogno fu un sogno, ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un Dio ma nemmeno per gioco:
perché i ciliegi tornassero in fiore,
perché i ciliegi tornassero in fiore.
E quando dottore lo fui finalmente
non volli tradire il bambino per l’uomo
e vennero in tanti e si chiamavano gente
ciliegi malati in ogni stagione

 

Ps.

Per Enrico. Grazie. Sei stato nei miei racconti per anni e continuerai ad esserlo, perché la nascita di un grande amore non si dimentica.

Per il coinquilino simpatico: si, lo so che non erano solo mesi, ma anche anni dopo la laurea… ma appunto con il maggior passare del tempo si rischiava di dimenticarsene e io avevo il dovere morale di tenere vivo l’entusiasmo verso un sogno coronato e partito da molto lontano ( e ok, pagavo la pazienza con porzioni di tiramisù )

Dr.ssa Veronica Mormina Psicologa
Dr.ssa Veronica Mormina Psicologa
Aiuto le persone a costruire percorsi verso i loro obiettivi e il loro benessere. Insieme tracciamo la posizione di partenza, la direzione e il tragitto verso la meta.

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Un breve riassunto da portare nel taschino. Soprat Un breve riassunto da portare nel taschino.
Soprattutto in questi giorni in cui, lo so, che state combattendo con la tentazione di fissare i buoni propositi, che, metti caso, hanno anche fare con voglia o paura di certi cambiamenti.

Siate brav* 🫶🏻

Ah, dimenticavo, questi sono alcuni pilastri sul cambiamento “secondo me”, che però qualcosa mi sento di poter dire in merito. Non ho autori da citare, ma, se volete riproporre, potete citare direttamente me, che sarei io, @alternativacostruttiva 

E se poi voleste condividere quale punto vi tocca/serve/triggera di più, favorite, siete i benvenut*

Love you all

#cambiamento #buonipropositi #propositi2023 #crescitapersonale #educazionepsicologica
Dopo aver visto il video di @alberto_racconta_cose Dopo aver visto il video di @alberto_racconta_cose che cita il racconto di Camilleri (“Quando i morti persero la strada di casa”) ho ripensato a quanto il nostro mondo scarseggi di riti per rinsaldare i ponti che conducono alle nostre storie.
Per quanto possiamo raccontarcela a suon di “pensiero positivo”, “frasi motivazionali” e “crescita personale” , non possiamo esistere in una dimensione personale che sia deprivata e tranciata di quella dimensione relazionale, tipicamente umana.
Le relazioni con chi c’è stato, con chi c’è stato per prim*, con chi non c’è più come c’era, sono un bagaglio prezioso. E lo sono anche le loro storie, che in qualche modo e in qualche punto si toccano con la nostra.
Perché non cadiamo sulla Terra da una nuvoletta. No, noi siamo frutto di altre vite, altre storie e numerosi incontri.
Ecco, la giornata di oggi, 2 Novembre, non è per far visita ai cimiteri, ma un promemoria per prenderci cura, ogni tanto, di tutto questo patrimonio e conservarlo come meglio possiamo. Anche cambiando la nostra storia e differenziandoci, ma pur sempre nella consapevolezza che senza radici nulla può mai crescere.

#2novembre #camilleri #quandoimortiperserolastradadicasa #hounastoriaperte #pauradellamorte #lutto #elaborazionedellutto #commemorazionedeidefunti
Le giornate della consapevolezza di qualcosa servo Le giornate della consapevolezza di qualcosa servono soprattutto a chi non è personalmente coinvolto.
La differenza tra ansia e consapevolezza, il confine tra tabù e consapevolezza, questo è il senso del mio mestiere.

@alternativacostruttiva 

#consapevolezza #mentalhealthawareness #babylossawareness #giornatadellasalutementale #psicoterapeutapadova
Chi mi conosce e mi segue da un po’ sa che io i Chi mi conosce e mi segue da un po’ sa che io i buoni propositi ve li buco! Questa non è mai stata una minaccia, ma una garanzia!

Quella dei buoni propositi è una pratica più dannosa che utile:
- denota una sorta di pressione sul diversi migliorare e quindi sottintende che non andiamo bene come già siamo
- tende a creare aspettative sul futuro che difficilmente tengono in considerazione chi siamo e cosa realmente necessitiamo
- spesso finiscono col farci sperimentare un senso di fallimento / sfiducia.

Sostituite i buoni propositi fatti in momenti x dell’anno, con un buon lavoro di ascolto interiore e connessione tra bisogni e scelte. Senza giudicare quello di cui sentite il bisogno, piuttosto lasciatevi stupire e continuate a scoprirvi, soprattutto a settembre!

Poi mi direte!

#buonipropositi #settembreisthenewgennaio #paroladipsicologa #viviconsapevole #dietculture #autostimafemminile #vitadafreelance #educazionepsicologica #motivazione #crescitapersonale #psicoterapiaonline
La buona notizia è che, quello che crediamo il no La buona notizia è che, quello che crediamo il nostro mondo, è solo uno dei nostri mondi possibili.

Ogni fine ha in serbo un nuovo inizio e ogni crash richiede un aggiornamento del sistema.

La fatica parla della possibilità di dare alla luce nuove parti di noi.
Facile? No.
Ma crescere è spesso faticoso.

In psicoterapia lo facciamo insieme.

#psicoterapiaonline #finediunamore #lutto #ansia #attacchidipanico #cambiamento #mindset #luttoperinatale #dolorecronico #delusione #psicologaonline
Potete capire questa cosa, forse, se vi è mai suc Potete capire questa cosa, forse, se vi è mai successo di arrivare a un punto di resa, un punto in cui decidete, che, per stare meglio, occorre lasciar andare qualcosa.
A volte una storia, a volte un desiderio, a volte un progetto, a volte una persona. 
Praticamente sempre, una parte di voi.

Se  vi è successo, sapete sicuramente che non è facile sentirsi compres* dagli altri. E che fa male anche sentirsi dare consigli inutili, incoraggiamenti sterili.

Forse, vi è successo anche che quasi tutti credessero che a ferirvi fosse stato quel momento in cui la rottura, tra voi e quel qualcosa, è stata visibile. 
Il momento in cui il vostro cuore si è crepato irrimediabilmente. Crack. 💔

Tutti hanno creduto che vi mancasse quella libertà di arrivare dove volevate; il futuro che non ci sarà, non come volevate.

Chissà se vi è anche successo di rendervi conto che, in fondo, a far male, molto tempo dopo quel “crack”, siete voi, per quello che avreste potuto essere, sì, ma, anche per quello che eravate e non potete più permettervi di essere: forse ingenu*, forse ignar*, forse solo sicur* che nulla di brutto potrà accadere e che quei “per sempre” saranno mantenuti.

Il lusso, perduto, di poter credere le cose, per come si sono sempre credute.

Solo se vi è capitato.

…Vi è capitato?

#psicoterapeutaonline #mancanze #traumi #maternitadifficili #finediunamore #delusione #pauradellabbandono #giudiziodeglialtri #autostima #ansia #mindfulness #salutementale #dipendenzaaffettiva
La solitudine che ci fa sentire limitati è quello La solitudine che ci fa sentire limitati è quello stato d’animo che parla dell’inaccessibilità di parti -preziose- di noi.

Sentirsi sol* significa sentire che noi non abbiamo gli accessi a pezzi importanti per condurre una vita serena, appagante, da protagonist*. 

Speriamo di trovare le chiavi nelle compresenza di altr* persone, speriamo di trovare complicità e condivisione, ma sappiamo anche che ci si può sentire molto sol*, pur avendo tante persone intorno. 

Non si può “curare” la solitudine senza guardare alla relazione con se stess*, perché non può esserci condivisione senza connessione con se stess*
@alternativacostruttiva 

#psicologaonline #psicoterapiaonline #solitudine #quotesaboutlife #insoddisfazione #vivereacolori #amorproprio #autostima #lutto #separazione #singletudine #incercadimeraviglie
Il tempo non sistema le cose, noi le sistemiamo, n Il tempo non sistema le cose, noi le sistemiamo, nel tempo.
Dopo un cambiamento significativo è necessario un lavoro di revisione di quel che c’è ancora, quel che manca, quel che rimane sgualcito. Lo strappo viene ricomposto con la parte integra o lasciato così a testimoniare qualcosa. Nulla si sistema da solo, anche quando accantonato per lungo tempo.

#elaborazionedellutto #trauma #cambiamento #psicologaonline #psicoterapiaonline #crescitapsicologica #guariredaldolore #dca #tristezzainfinita
Anche gli adulti, a volte, usano il ciuccio, in se Anche gli adulti, a volte, usano il ciuccio, in senso metaforico, per mettere a tacere bisogni e sentimenti.

#gestionedeldolore #lutto #psicologaonline #psicoterapiaonline #educazionepsicologica #luttoperinatale #crescitapsicologica #depressione #tristezza #delusione #solitudine #psicoterapeutaonline
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