Sembra che la normalità sia avere un partner con cui condividere progetti, quotidianità, passioni e difficoltà della vita.
L’unica, vera, assoluta normalità, per la maggior parte delle persone.
Quindi, se non vanti questo optional nella tua vita, ti senti un po’ come una con il nokia 3310 in un mondo di smartphone.
Tutti sventolano i loro accessoriati telefoni intelligenti, in grado di fare foto, tracciare la strada, inviare messaggi istantanei con botta e risposta, verificare su wikipedia qualsiasi dubbio di cultura generale, far partire la musica preferita ed esibire la carta d’imbarco al check-in senza sprecare carta.
Tu invece sei limitata a due funzioni in croce. Non sei al passo, non sei in linea con il mondo dei “normali”. Come se la tua vita fosse ferma, bloccata, inceppata, in una tappa evolutiva che avresti dovuto superare da un bel po’ e con molta nonchalance, trovando l’amore, come fan tutti gli altri.
Ti ci rivedi?
Non sei la sola! Ci scrivo un post proprio perché di questi scenari ne incontro decine nel mio studio. Ognuna vive il fortissimo presentimento di essere la sola, di essere tra le pochissime “sfigate” rimaste fuori dal gioco dell’amore. Si chiede e mi chiede cosa le manchi, se non abbia, per caso, frainteso o, addirittura ignorato, le regole di questo gioco, se gli altri conoscono modi e accessi segreti a questa terra promessa e se ci siano strumenti oscuri per trovare la persona giusta per sé.
Più o meno tutte si chiedono e mi chiedono se possono fare qualcosa, se sbagliano qualcosa, se devono rassegnarsi alla condanna della singletudine, o se non stanno rincorrendo abbastanza entusiaste questo desiderio.
Io la ricetta per trovare la persona giusta non ce l’ho, non conosco le tecniche né gli errori da evitare, ma avrei diverse cose da dire sul tema.
1. Essere single è un problema così radicale?
Tutti amiamo sentirci amate. Avere, ed essere, complici nelle nostre imprese di vita è un piacere. La condivisione amplifica il benessere e le relazioni sono nutrimento per la nostra identità, quindi non sto dicendo che desiderare una relazione sentimentale sia superfluo.
Sto dicendo che non averne una non coincide con un disturbo.
Non sta scritto da nessuna parte quando si debba essere in coppia, né che lo si debba essere a una data età.
Ci sono cose meravigliose che possiamo desiderare nella vita e per cui possiamo lavorare, anche molto sodo, ma la loro mancanza non fa di noi persone difettose!
2. Concentrarsi su questo spicchio della propria vita e assegnargli uno spazio e un peso nettamente maggiore rispetto agli altri spicchi, porta il totale a impoverirsi e allontana qualsiasi ombra di soluzione dal presunto problema.
Voler trovare la persona giusta diventa non la costruzione di qualcosa di nuovo nella propria vita, ma la ricerca di qualcosa di vecchio.
Vecchio e stantìo, aggiungerei, perché deriva da una cultura retrograda che insinua dubbi sul valore personale di chi non è in coppia.
Non stiamo costruendo, stiamo cercando di limitare il danno (presunto).
Non vogliamo ampliare le nostre sfumature di vita, ma vogliamo disperatamente salvarci.
Orientiamo il nostro sforzo, emotivo ma non solo, sull’evitamento.
Vogliamo a tutti i costi evitare di rimanerci così. Sole, spaiate, in attesa di qualcosa che non sembra in arrivo.
Questo diventa il disturbo!
Tutto questo rappresenta il vero e principale inceppamento della nostra crescita, del nostro fare esperienza, del proseguimento di questo viaggio chiamato vita.
Convogliamo le energie nel disperato tentativo di salvarci dalla condizione di single associata a “non amata, non scelta, non degna, non capace, non abbastanza”.
Insomma passiamo le nostre notti insonni a progettare la difesa per un attacco che nessuno ci ha mai sferrato, per una guerra che non esiste se non nel nostro timore. Non abbiamo davvero necessità di difenderci perché non siamo in pericolo. Restare nella condizione di single non è pericoloso!
Spiacevole? potrebbe darsi. Insopportabile? forse sì. Ma se anche questa cosa della singletudine fosse una specie di malattia inguaribile, l’unica cosa da fare non è preoccuparsi e ripetere esami per accertare ossessivamente di averla, quanto cercare di rendere buona la propria vita, a prescindere?
3. Single non significa sola.
Questa è una ovvietà ma mi piace ribadirlo. Single non significa triste, manchevole, incapace, né sola!
Vivere senza un rapporto di coppia esclusivo ha delle peculiarità. Alcune spiacevoli, alcune sono delle complicazioni. Alcune. Altre sono invece vantaggiose e stimolanti. Mettiamole sul piatto della bilancia sempre tutte, potenziamo le seconde e sfruttiamole.
4. L’orologio biologico, lo so!
Ma ci spaventa davvero quello che non abbiamo o ci spaventa il limite e la consapevolezza che alcune esperienze di vita sono limitate e ci possono delimitare?
Ci sono cose che abbiamo sempre, più o meno inconsciamente desiderato, e alcune a un certo punto arriveranno, altre non le vivremo mai. Vale per imprese importanti e vale per cose secondarie (una casa con giardino? un viaggio lungo un mese? vederci bene con un certo vestito che mai nella realtà starà bene sulla nostra bodyshape?).
La vita funziona così. Alcune cose potremmo non viverle.
Non sappiamo che carte pescheremo alla prossima mano. Possiamo però fare in modo che il nostro gioco sia lucido e consapevole, che nessuno ci truffi o bari con noi, che non ci indebitiamo andando sull’azzardo e che valga la pena giocare, anche quando avremo perso la partita. La garanzia di vincere non è contemplata.
La voglia di giocare deve prendere vigore da sé, dalla curiosità di vedere come va e di vederci e sentirci in gioco. Farsi interrompere e bruciare l’entusiasmo del gioco, dalla possibilità di perdere o dalla perdita stessa, è il più grande torto che possiamo, arbitrariamente, infliggerci.
Certe tappe della vita potrebbero non essere tappe per noi e potrebbe dispiacerci, ferirci e costringerci a rivedere, seduta stante, tutti i progetti più importanti. Ma la vita non scorre solo su un canale e, mentre contempliamo disperate quello che sembra più arido, facciamo seccare anche gli altri, che ad oggi ancora gorgogliano e straripano di vita per noi, pronti a dissetarci e darci il ristoro che ci serve.
Conclusioni importanti: non devi arrenderti né rassegnarti.
Se ti chiedi cosa non funzioni e perché non riesci a trovare la persona giusta con cui sentirti amata e con cui costruire una relazione o una famiglia (qualsiasi cosa tu intenda), non devi farti andare bene la mancanza di tutto ciò.
Se hai questo problema fai bene a prenderlo in mano. Ma metti davvero a fuoco quale sia il vero problema, perché ti posso assicurare che non è affatto il tuo essere single!
Parlami della tua autostima, parlami della tua visione delle relazioni, dei ricordi che hai sul sentirsi importante per qualcuno importante per te. Parlami dell’amore e delle sue regole secondo la tua esperienza fin’ora. Parlami dei costi delle relazioni intime ed esclusive, parlami della fiducia e del dipendere da qualcuno.
Parliamo dell’abitudine e del cambiamento, del ruolo che giochi nella tua parte di mondo. Parliamo del desiderare e del patire per raggiungere qualcosa, parliamo delle relazioni e degli affetti che hai oltre quelle che vorresti avere, di quello che salvaguardi sopra ogni cosa, di quello che vedono di te le persone e di quello che tu vedi di te e delle persone.
C’è un grande lavoro che puoi fare, che possiamo fare, ma il cantiere si sposterà su piani che forse, fin’ora non hai esplorato, o che nemmeno pensavi coinvolti.