Restiamo in contatto? Iscriviti alla Lettera Alternativa
E ricevi in omaggio 6 Passi alla meta: Guida pratica che costruire sentieri dove non ci sono
Ricevo di frequente delle domande da mamme, clienti o conoscenti, che cercano linee guida su come impostare l’educazione migliore per i propri bambini e inevitabilmente arriva la fatidica e annosa questione: “come gestire i capricci?”
Parto dal presupposto che, come per gran parte delle questioni di cui mi occupo, è difficile generalizzare: ogni bimbo ha la sua storia e ogni relazione genitore-figlio ha le sue peculiarità. In genere queste domande mi arrivano più dalle mamme, anche se credo che i papà non siano esenti da altrettanti dubbi, pur comunicandoli meno.
Al di là dell’esigenza di comprendere le caratteristiche specifiche di ogni singolo caso, provo comunque a raccontare qualcosa sui capricci che potrà alleviare le ansie e le paure dei genitori.
In linea generale, partire da circa i 2 anni di età, comincia a manifestarsi nei bambini una sorta di rabbia che trasforma anche i bimbi più angelici in piccole furie. Difficile da credere che dietro tanta dolcezza possa accumularsi anche tutta quella energia per strilli, calci, rotolamenti e scenate di varia natura.
Queste esternazioni facilmente avvengono in situazioni imbarazzanti per i genitori, come in luoghi pubblici o affollati, quando il genitore magari si trova da solo a gestire il piccolo. Questo è uno dei motivi che aggiungono ansia al genitore, che si sente impreparato e imbarazzato e perde di lucidità.
I bambini dal canto loro accentuano queste esternazioni quando intuiscono la situazione di maggiore vulnerabilità del genitore e quindi la maggiore probabilità di spuntarla.
Non lo fanno apposta, con lo scopo di mettere in difficoltà la mamma o il papà, anzi, molto spesso nutrono anche un senso di colpa perché si rendono conto di ferire il genitore e metterlo in difficoltà.
Allora come interpretare i capricci del proprio bambino?
Intanto i capricci hanno sempre a che fare con un rifiuto: la protesta per un rifiuto subito o una richiesta non soddisfatta da parte dell’adulto, o l’espressione a sua volta del rifiuto verso una richiesta proveniente dall’adulto. In sintesi, o qualcuno gli sta dicendo di no a una sua richiesta, o è il bimbo stesso a dire di no a qualche richiesta.
In entrambi i casi i capricci hanno la funzione di manifestare una opposizione.
Grazie ai capricci il bambino tenta di costruirsi come persona e differenziarsi dalle figure di accudimento. Nel dire di no, nel contrastare le richieste e protestare contro i divieti e i limiti che gli vengono posti, comincia a dire a sé stesso di avere una propria individualità e comincia a creare la sua identità.
I capricci perciò sono una tappa evolutiva molto importante e sono gli strumenti con cui i bambini si differenziano, prendono coscienza della propria individualità. Facendo i capricci il bambino comincia a intessere le basi della sua futura autonomia.
Attraverso i capricci e al modo in cui verranno gestiti, il bambino ha la possibilità di definire chi è lui e in che rapporto la sua identità si pone rispetto alle persone intorno a lui.
I capricci hanno una essenza relazionale! Hanno senso di esistere solo dentro una relazione avvertita dal bambino come significativa e hanno la funzione di dilatare la relazione stessa. In che modo? Il bambino che si mette in opposizione all’adulto, tramite i capricci, raccoglie un bel po’ di informazioni sulla relazione che c’è tra lui e l’adulto di riferimento.
Il capriccio si basa su qualche pretesto superficiale e futile, ma si tratta di un gancio per arrivare a elaborare una mappa del piano relazionale che lega il bambino all’adulto.
La sfida che spesso i bambini sembrano lanciare all’adulto durante le loro esibizioni in scenate e proteste vigorose, è una sfida sulla gestione del potere nella relazione. Per queste ragioni la gestione dei capricci da parte del genitore è una occasione educativa di grande valore per la crescita del piccolo.
Nel prossimo post proverò a raccontarvi anche alcune dritte su come gestire i capricci per fare crescere bimbi sicuri.
Intanto fatemi sapere la vostra esperienza se vi va o eventuali dubbi su questo tema.
E ricevi in omaggio 6 Passi alla meta: Guida pratica che costruire sentieri dove non ci sono