Ci hai sperato molto e hai atteso a lungo, ma ti senti spiaggiata tra le tue paure e i tuoi desideri. Tu l’amore lo hai preteso, ricercato, analizzato e te lo sei visto forse sfuggire, come sabbia tra le dita.
“Che cos’è l’amor, chiedilo al vento…“ cantava Capossela e sembra la domanda perfetta per te, che l’amore non te lo ricordi più.
Fai spallucce e pensi che in realtà tu possa farne a meno, poi ti chiedi come fanno tutti. Perché, certo, tutti sembrano avere quello di cui avevano bisogno, e tu no.
Forse bisogna accontentarsi. Forse bisogna essere più superficiali. Ehi che ne dici di minori pretese? Dovresti essere anche più aperta. Meno complicata? Più sexy.
Forse più semplice. No, è che sei solo troppo insicura.
Mah! In effetti poi, quando ci pensi bene, cominciano a venirti in mente quelle coppie che sono più tristi insieme di quanto lo sia tu, da sola.
Ti ripeti che il futuro magari riserva ancora il meglio, ma ti scopri spesso a dubitare di te stessa e di questa idea, che di colpo ti sembra così sciocca.
Cerchi di ricordarti come si stava tra le braccia di una persona che amavi e ti amava. O così doveva essere.
Ti chiedi se non sia tu ad aver costruito muri troppo alti. Anzi, no, non sei tu a chiedertelo, è qualcuno che te lo ha proprio detto. Magari ha ragione.
Ma come si fa a toglierlo di mezzo quel muro? Ti rendi conto che sì, hai paura di star male e hai lasciato andare spontaneità e leggerezza, ma non capisci in che altro modo tu possa rispettare te stessa senza allontanare le sorprese che la vita potrebbe riservarti.
Cavoli! Tu ci sei! Eccome se ci sei! Di quelle sorprese hai una gran voglia, ma mentre il tuo cuore lascia sempre un posticino vuoto per poterle accoglierle, i tuoi piedi devono restare ben fissi a terra: sono loro che ti danno quella stabilità che per mesi ti eri vista sfilare, mentre il tuo cuore andava in pezzi. E forse tu non lo sapevi ancora.
Quella stabilità te la sei conquistata, da cima a fondo, e rischiare di perderla fa paura. Tantissima paura. Vivi sul chi va là.
Ti lusingano le attenzioni di qualcuno, non le respingi troppo perché ti servono per ricordarti che sei ancora in gioco. Ma non sono le attenzioni a cui vorresti tu dare attenzioni. E ormai no, non ti accontenti. L’amore non te lo ricordi, ma il non amore lo riconosci bene.
Continui ad arredare la tua solitudine e ne fai un posto piacevole. Con molta luce e diversi posti liberi.
E poi magari tu non sei fatta per una relazione. A volte pensi che semplicemente non vuoi e non puoi accontentarti. Altre volte pensi di spaventare le persone che ti si avvicinano.
O ti osservi e in realtà non ti si avvicina nessuno. Da tanto.
Non ti ricordi nemmeno cosa si prova ad andare per negozi in cerca del regalo che lascerà il tuo partner senza parole. Non ti ricordi la rassicurante sensazione di essere tu la variabile con cui una persona fa sempre i conti, prima di ogni decisione importante della sua vita.
Non sai se crederci ancora, se rimettere mano ai lavori, se è il caso di ricominciare a progettare. Ma in fondo stai anche benino così. Le cose se vogliono arrivare arrivano e basta. Quello che importa è non tornare a stare male.
Mentre ti ripeti questo, magari non a parole, ma con ogni singola azione che ha come unico obiettivo quello di far muovere le cose senza muoverle davvero, guardi fuori e sembra che gli altri abbiano trovato la soluzione. Quel modo magico di aprirsi e condividere sentimenti, serate e conti. Tu invece sei solo piena di domande.
E poi magari hai letto anche dei libri che ti spiegano che devi prima amare te stessa, che devi saper stare bene da sola. Tutto meraviglioso, ma non basta. L’amore non te lo ricordi comunque più.
Ma sai una cosa? Le favole finivano con “e vissero per sempre felici e contenti“, senza specificare per quanto tempo insieme, per quanto tempo nel reciproco amore.
Quel lieto fine è in fondo alla portata di tutti.
L’amore, quello profondo e autentico, dovrebbe lasciar segni e dovremmo beneficiarne per sempre.
1 Comment
Amare è un’arte anche quando si resta sol*. In realtà non si è mai sol*. eremit* hanno un rapporto speciale con il mondo che l* circonda e da loro ho imparato a gestire i momenti.di solitudine. Non importa essere credenti* per amare la vita e lasciarsene abbracciare, senza perdere se stess*